Biennale di Venezia Danza Musica Teatro 2015


Le manifestazioni dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, si svolgeranno quest’anno da giugno a ottobre e precisamente:
  • dal 25 al 28 giugno Biennale College – Danza sotto la direzione del coreografo Virgilio Sieni
  • dal 30 luglio al 9 agosto il 43. Festival Internazionale del Teatro diretto dal regista catalano Àlex Rigola
  • dal 2 all’11 ottobre il 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto dal compositore Ivan Fedele.

"Lo spirito di Biennale College – afferma Paolo Baratta - permea sempre più i programmi di teatro e danza. Rigola somma festival e college mobilitando i migliori registi per una loro presenza come direttori di spettacoli e come programmatori di attività svolte con i giovani selezionati (lo scorso anno 164 tra i 1370 che hanno fatto domanda, per quest’anno il bando uscirà a metà aprile). Sieni mette tutti al lavoro con grande spirito di ricerca nello spazio della città, il suo preferito. Ambedue sono ispirati dal desiderio di mobilitare quante piu energie possibili tra le giovani generazioni. Fedele dedica il festival di Musica ad un tema che risuona quest'anno in Biennale in più iniziative, la memoria, la cui dea Mnemosyne è citata anche per la mostra d'arte. La memoria intesa come dilatazione dello spazio di riferimento dell'artista, come elemento costituente l'esperienza di ascolto, come elemento necessario al dialogo sulla musica. L'iniziativa di college è quest'anno indirizzata a giovani strumentisti che saranno al lavoro per una esperienza straordinaria. In tal modo la Biennale tiene viva l'attenzione sul contemporaneo e offre ai giovani occasioni di cimento. Due punti nodali della propria missione"

BIENNALE DANZA
Quest’anno le attività della Danza sono dedicate ai giovani danzatori con Biennale College, il progetto che dal 2013 impegna tutti i settori della Biennale nella formazione, offrendo a giovani artisti l’opportunità di operare a contatto di maestri per la messa a punto di creazioni.
Per questa edizione Virgilio Sieni ha invitato 16 coreografi, impegnandoli per la maggior parte per tre settimane a Venezia in laboratori di ricerca verso la creazione con danzatori professionisti e, in alcuni casi, anche adolescenti, anziani, cittadini. I laboratori si concluderanno con brani coreografici visibili al pubblico nelle giornate del 25, 26, 27, 28 giugno.
I coreografi invitati sono nomi già affermati o in forte ascesa nella scena internazionale, come Laurent Chétouane, Xavier Le Roy, Cesc Gelabert, Alessandro Sciarroni, Radhouane El Meddeb, Claudia Castellucci, storica fondatrice della Socíetas Raffaello Sanzio, Emanuel Gat e Sharon Fridman, esponenti della nuova generazione della danza israeliana affermatasi in Europa, Olivia Grandville (che riallestisce una coreografia di Boris Charmatz), Marina Giovannini e Michele Di Stefano, premiato lo scorso anno con il Leone d’argento, lo stesso Virgilio Sieni. Accanto a loro i più giovani Salva Sanchis, co-coreografo di alcuni spettacoli con Anne Teresa De Keersmaeker, il Collettivo Cinetico di Francesca Pennini, Anna Ajmone e la svizzera Yasmine Hugonnet.
Dare luogo alla danza come spazio di condivisione col pubblico e insieme innovare il senso della frequentazione” è il tema conduttore della manifestazione, che Virgilio Sieni compone dal 25 al 28 giugno come un mosaico di visioni attraverso 16 performance coreografiche, che si snodano tra San Marco, Dorsoduro e l’Arsenale, senza soluzione di continuità da mezzogiorno fino a sera. “Venezia diviene in questo senso metafora di un mondo che riflette sui beni lasciati dalla collettività (calli, canali, palazzi, campi, campielli, ponti, la laguna, il corpo della città), e ci invita a inaugurare un ciclo di esercizi per il futuro fondati sulla dignità del gesto, sul corpo e la danza intesi come territorio di ricerca sull’umano e la bellezza” (V. Sieni).
Dopo l’esperienza dello scorso anno, verranno riallestiti i quadri coreografici del Vangelo secondo Matteo con gli interpreti del territorio veneto, mentre l’intero ciclo di Sieni sarà riproposto nella sua versione filmata grazie alla collaborazione con l’ASAC – Archivio Storico della Biennale (25, 26, 27 giugno, Laboratorio delle Arti di Ca’ Giustinian).
Anne Teresa De Keersmaeker, Leone d’oro alla carriera 2015, sarà interprete, insieme a Tale Dolven, di Fase (27 giugno, Teatro alle Tese): quattro movimenti sulla musica di Steve Reich che la rivelano al mondo soltanto ventiduenne, e che stabiliscono quella relazione specifica fra danza e musica, cifra di tanti suoi successivi lavori.
In continuità con le passate edizioni, i percorsi saranno distinti in: Agorà, Invenzioni e Vita Nova.

Tra le collaborazioni: la sezione denominata Vita Nova, dedicata ai giovanissimi dai 10 ai 14 anni, è realizzata con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, l’Amat, CSC Centro per Scena Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa; Palazzo Grassi – Punta della Dogana – Pinault Collection ospiterà negli spazi del Teatrino di Palazzo Grassi alcuni spettacoli; Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura mette a disposizione la sede di Palazzo Trevisan degli Ulivi.


BIENNALE TEATRO
Strutturato come un festival-laboratorio che ha fatto di Venezia il luogo di una riflessione sul teatro a più voci, il 43. Festival Internazionale del Teatro diretto da Àlex Rigola si svolgerà dal 30 luglio al 9 agosto. Parallelamente agli spettacoli - 13 in programma, di cui 9 in prima italiana - si svolgeranno 18 laboratori. Con artisti, drammaturghi, registi, coreografi e compagnie di evidenza internazionale, che, nella diversità dei loro stili, sono espressione di un teatro che sente l’urgenza di raccontare il presente.
C’è Christoph Marthaler, Leone d’oro alla carriera 2015, che inaugura il Festival con Das Weisse vom Ei/Une île flottante, in cui scardina le certezze del linguaggio e gli inganni della comunicazione nell’incrocio esilarante di tedesco e francese dei personaggi (il testo attinge a La polvere negli occhi di Labiche); c’è Thomas Ostermeier con la versione teatrale del celebre film di Fassbinder Il matrimonio di Maria Braun, amara parabola sul presunto “miracolo tedesco” del secondo dopoguerra (lo spettacolo è stato riallestito lo scorso anno per il Festival di Avignone); e c’è il più giovane Fabrice Murgia, Leone d’argento della scorsa edizione della Biennale Teatro, considerato cantore della solitudine urbana e delle angosce generazionali, che in Notre peur de n’être racconta gli hikikomori, giovani iperconnessi che vivono reclusi da ogni contatto col mondo.
E ancora: Falk Richter, drammaturgo e regista per la prima volta in Italia, che in Never Forever, insieme al coreografo israeliano Nir de Volff, dipinge una società post-umana, percorsa da guerrieri metropolitani, individui in lotta per la sopravvivenza pronti a commettere atti estremi; la compagnia spagnola La Zaranda con El Régimen del Pienso che mette in scena l’alienazione del posto di lavoro; il teatro politico di Milo Rau con il suo International Institute of Political Murder che in Hate Radio ricotruisce la stazione della Radio-Télévision Libre des Mille Collines e le sue trasmissioni, strumento di una aggressiva campagna razziale che contribuì in maniera determinante al genocidio dei tutsi in Rwanda nel 1994; la regista brasiliana Christiane Jatahy, che come Richter arriva per la prima prima volta in Italia con la Biennale, riconduce un classico strindberghiano, Julia, ai nostri giorni facendo coesistere cinema e teatro, mondo reale e mondo virtuale; Antonio Latella con i tre monologhi A. H, Caro George e MA riuniti in una serata unica: un trittico sul ‘900 attraverso tre figure emblematiche (Pasolini, Francis Bacon, Adolf Hitler) che rappresentano anche tre differenti prospettive sull’uomo e sulla sua relazione con il mondo; Jan Lauwers e la Needcompany con The blind poet (in procinto di debuttare il 12 maggio al Kunstenfestival des Arts di Bruxelles) in cui, partendo da un visita nella moschea di Cordova denuncia le menzogne della storia e la manipolazione delle informazioni attraverso i secoli; Oskaras Koršunovas che trasforma i camerini degli attori nel palazzo di Elsinore per il suo Hamlet; mentre Romeo Castellucci e la Socìetas Raffaello Sanzio in Giulio Cesare. Pezzi staccati estrapolano dallo storico spettacolo realizzato nel 1997 i due monologhi di “…vskij” e di Marco Antonio, pezzi staccati del “dramma della voce alle prese con il potere retorico della parola”; la compagnia Agrupación Señor Serrano, Leone d’argento per l’innovazione teatrale del Festival, con A House in Asia che racconta una caccia all’uomo come fosse un western, una storia di indiani e cow boys: attraverso un dispositivo che mescola modellini in scala, video proiezioni, manipolazione dell’immagine in tempo reale e performance, la casa di Osama Bin Laden diventa il contenitore di tutte le scene dello spettacolo, dalla Casa Bianca alle praterie dell’Afghanistan.
C’è, infine, la grande metafora sull’intolleranza e l’abuso di potere di El Caballero de Olmedo di Lope De Vega, un classico del siglo de oro, che Lluís Pasqual porta in scena con giovani attori cui danno spazio due compagnie di teatro pubblico, con un progetto parallelo al lavoro di Biennale College.

Alle giovani compagnie italiane più innovative il 43. Festival Internazionale del Teatro riserva uno spazio (31 luglio e 1, 7, 8 agosto) al Teatro Fondamenta Nuove con Young Italian Brunch, che allude all’orario non canonico – le 12.00 – in cui si presenterà un assaggio del panorama nazionale, con il desiderio di renderlo visibile soprattutto a operatori e curatori stranieri. Le compagnie invitate sono: Collettivo Cinetico, Helen Cerina, Babilonia Teatri, Anagoor.

La terra trema, capolavoro neorealista di Luchino Visconti, è il titolo scelto da Àlex Rigola e che racchiudere il senso dei 7 laboratori condotti da Christiane Jatahy, Antonio Latella, Jan Lauwers, Fabrice Murgia, Milo Rau, Falk Richter, Agrupación Señor Serrano con gli attori selezionati per Biennale College. Ognuno dei 7 registi dovrà scegliere come titolo e come tema del proprio laboratorio una delle tante aree geopolitiche di crisi che sono storia dei nostri giorni. I laboratori si concluderanno con la presentazione al pubblico, l’ultimo giorno del festival domenica 9 agosto, di spettacoli in un percorso che toccherà vari luoghi della città di Venezia.
Oltre ai laboratori per La terra trema, ci saranno workshop condotti dagli altri registi presenti al festival: Oskaras Koršunovas, Christoph Marthaler, Thomas Ostermeier, Lluís Pasqual, La Zaranda e Romeo Castellucci.
Tre i laboratori dedicati alla drammaturgia con i nomi di tendenza della scena internazionale: il primo a cura di Pascal Rambert (autore del fortunatissimo spettacolo Clôture de l’amour); il secondo di Yasmina Reza (nome che circola tra Parigi, Londra e New York, autrice dell’ultimo successo di Polanski, Carnage); il terzo curato da Mark Ravenhill, uno dei campioni della drammaturgia britannica.
Spazio scenico e illuminotecnica saranno indagati dagli specialisti Albert Faura e Max Glaenzel.
Come lo scorso anno, infine, un laboratorio sarà dedicato alle strategie di comunicazione social in riferimento alla critica teatrale sotto la guida del critico teatrale e saggista Andrea Porcheddu e la giornalista televisiva Anna Perez Pagès.

I bandi per fare domanda ai 18 laboratori di Biennale College – Teatro saranno pubblicati sul sito della Biennale www.labiennale.org dalla metà di aprile. Saranno selezionati fino a 350 professionisti e artisti da tutto il mondo.

Alcuni degli spettacoli del Festival sono realizzati con il sostegno di AC/E- Acción Cultural Española, IRL - Institut Ramón LLull, INAEM- Ministerio de Cultura.
La sezione Young Italian Brunch si avvale della collaborazione del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

BIENNALE MUSICA
10 giorni di programmazione – dal 2 all’11 ottobre – per il 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea con 18 concerti che propongono 31 novità, di cui 16 in prima assoluta. “Il Festival si svilupperà intorno al tema della “memoria” – scrive il direttore Ivan Fedele - inteso nelle sue diverse accezioni, sia come strumento percettivo/cognitivo imprescindibile per l’esperienza ermeneutica, sia come ricordo e traccia storica vivida e rivitalizzante nella contemporaneità, attraverso accostamenti di epoche lontane nel tempo ma vicine nell’essenza dell’ispirazione e del pensiero.

Pierre Boulez, Georges Aperghis, Helmut Lachenmann, Giuseppe Sinopoli: sono i nomi che spiccano nel 59. Festival. A Pierre Boulez, già Leone d’oro alla carriera, non poteva mancare l’omaggio ai suoi novant’anni con un’eccellenza del violoncello come Marc Coppey. Leone d’oro alla carriera per il 2015, Georges Aperghis, autore appartato e originalissimo, pieno di ironia e dalla forte carica surreale, sarà al festival con Machinations, opera emblematica dove 4 voci femminili creano una lingua immaginaria, un impasto di fonemi, oggetti, musica e tecnologia che sembra riportarci alle origini stesse del linguaggio. Anche Helmut Lachenmann, 80 anni quest’anno e Leone d’oro alla carriera nel 2008, ha una presenza importante all’interno del Festival grazie all’Ensemble Recherche e a Musikfabrik.
A Giuseppe Sinopoli, al suo Souvenir à la mémoire, considerato una pagina destinata a restare nella storia della musica del 900, è invece dedicato il progetto di Biennale College – Musica: sarà infatti un’orchestra giovanile, selezionata tramite audizione dopo un bando internazionale, ad eseguire la partitura di Sinopoli – a seguito di un training con tutor - diretti da Michele Carulli, a lungo assistente di Sinopoli.
Molti i compositori delle nuove generazioni in programma, spesso poco noti ai palcoscenici nazionali ma ampiamente ospitati dalle programmazioni internazionali: Milica Djordjević (1984), Nina Šenk (1982), Pasquale Corrado (1979), Federico Gardella (1979), Silvia Borzelli (1978), Lara Morciano (1978), Dai Fujikura (1977), Marcin Stańczyk (1977), Luca Antignani (1976), Filippo Zapponi (1976), Benoît Chantry (1975), Aureliano Cattaneo (1974). Altrettanto fitta la generazione di mezzo, con nomi accreditati come: George Benjamin, Fabio Nieder, Vladimir Tarnopolski, Fabio Cifariello Ciardi, Dieter Ammann, Matteo D’Amico.
A interpretare le loro opere saranno grandi ensemble europei, Klangforum Wien, Ensemble Recherche, Musikfabrik; recentissime formazioni come la European Contemporary Orchestra (che riunisce 33 interpreti da Francia, Olanda, Belgio) e lo Studio for New Music Moscow; l’originale quintetto di fiati Slowind, il Lemanic Modern Ensemble, il quartetto Leonis e il trio intitolato a Josef Suk; infine straordinari interpreti come il duo pianistico delle sorelle turche Ufuk e Bahar Dördüncü, il violoncellista Francesco Dillon insieme a Emanuele Torquati al pianoforte. E ancora due pianisti: Giuseppe Albanese, che ripercorre il pianismo ungherese nella linea che da Liszt arriva a Bartòk e Ligeti; e David Greilsammer, che con sfoggio di virtuosismo attiva un cortocircuito tra le ardue sonate di Scarlatti e il nuovo timbro della tastiera preparata di Cage.
Raccontare con l’arte la scienza è l’esperimento di Chemical Free, performance intermediale che affianca scienziati, musicisti, artisti visivi sotto la guida del compositore Nicola Sani e dal maestro dell’elettronica Alvise Vidolin: dai suoni che viaggiano e si trasformano nello spazio alla capacità delle molecole di combinarsi e dare vita a nuove molecole sempre grazie alla tecnologia.
Anche in Parole di settembre - ispirato ai 15 testi poetici che Edoardo Sanguineti dedicò alla pittura di Andrea Mantegna - arte e tecnologia prendono forma scenica grazie al compositore Aureliano Cattaneo, agli artisti visivi Arotin & Serghei e ai musicisti del Klangforum Wien.

Alcuni concerti del 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono realizzati in collaborazione con Ircam – Centre Pompidou di Parigi.

Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.
Da oggi tutte le informazioni sulle attività 2015 dei Settori Danza Musica e Teatro sono disponibili sul sito www.labiennale.org
Roma, 10 aprile 2015
Ufficio stampa la Biennale di Venezia
Tel. 041/5218886/5218776

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